ETICA DEI NUOVI MEDIA

PROGRAMMA


ETICA DEI NUOVI MEDIA

Sempre più spesso si sente discutere di nativi digitali e della cosiddetta screen generation. Non è certamente possibile raccontare il cambiamento in atto a partire da etichette di comodo o da rigide classificazioni dell'umano. Quello dei nuovi media è forse un etichetta di comodo, una quasi tautologia poiché ogni novità è anche connaturata alla identità dei media. Nel corso della sua storia l'essere umano ha costantemente utilizzato gli strumenti di mediazione col mondo, trasformando l'ambiente esterno e generando così una trasformazione di ritorno anche su se stesso, senza quasi mai cancellare gli strumenti in uso, piuttosto agendo su di essi, e lasciandosi agire, per ibridazione e accumulazione.
L'ampia portata della rivoluzione digitale ha indotto molti commentatori dei fatti tecno-sociali ad assumere atteggiamenti e posizioni di evocazione millenarista i cui contorni sembrano essere oscuri. A partire dagli anni Novanta si è instaurato sia in Europa sia nel Nord America, un acceso dibattito sui nuovi media, articolato in visioni spesso divergenti, oppositive e antitetiche. Da una parte i tecnofili, gli apologeti della nuova era digitale, i profeti del ciberspazio - ottimisti, sostenitori ed entusiasti, guru del nuovo Dasein digitale; dall'altra i tecnofobi - pessimisti, detrattori, catastrofisti - espressione di un atteggiamento intellettuale di derivazione pseudo-luddista, o tendente a sconfinare in una sorta di manicheismo tecnologico.
La giornata di studio cercherà di superare la rigida categorizzazione fra apocalittici e integrati, per utilizzare una espressione di Umberto Eco, o, ancora, di tecnofobi e tecnofili, per tracciare le forme delle nuove espressioni di socialità e di umano riconoscimento: come la tecnologia partecipa a questo "reincanto del mondo", ovvero al ritorno dell'emozionale all'interno di un mondo razionale ed asettico. Nei blog, nei social network, in Internet si attua (forse) questa contaminazione emozionale.

"È il destino della nostra epoca con la sua caratteristica razionalizzazione e intellettualizzazione, e soprattutto con il suo disincanto del mondo, che proprio i valori ultimi e più sublimi si siano ritirati dalla sfera pubblica per rifugiarsi nel regno extramondano della vita mistica o della fraternità di rapporti immediati fra i singoli "

(Max Weber)



Programma

Ore 15,30

Saluto delle Autorità: Sen. Leopoldo di Girolamo sindaco di Terni

Moderatore : Dr. Giovanni Amolini

Presidente dell'Accademia dei Filaleti sez. di Terni "Gaio Cornelio Tacito"

Saluto degli organizzatori:

Maestro Venerabile della R:.L:. Gaio Cornelio Tacito, Renato Carnevali

Prof. Giancarlo Seri, Presidente Nazionale dell'Accademia dei Filaleti

Relatori :

Michel Maffesoli Institut universitaire de France

Professore emerito di Sociologia alla Sorbona, direttore del Centre d'Etudes sur l'Actules et le Quotidien, Amministratore del CNRS.

"La cyberculture: de la verticalité à l'horizontalité "

Raffaele Federici

Docente di Sociologia dei Processi Culturali presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell'Università degli Studi di Perugia, Scientific Advisor presso il Journal of Defense Sciences dell'Istituto di Scienze della Difesa della Accademia Militare Turca.

"Ossessione connettiva, mistica e tecnologia nei rimandi delle reti"

Paolo Bellini

Docente di Filosofia Politica Univeristà Insubria (Varese Como)

Studi sui sistemi politici, sull'immaginario collettivo e sui processi di legittimazione del potere

"La civiltà tecnologica: identità, valori e immaginario collettivo"

Arturo Diaconale

Giornalista membro del Consiglio di Amministrazione della RAI

"La libertà di opinione nell'era digitale"

Fausto Dominici

Presidente Federazione Nazionale Insegnanti di Terni

Professore presso il Liceo Classico Gaio Cornelio Tacito di Terni

"STIAMO TUTTI BENE. Cronache della scuola digitale"

Conclusioni :

Prof. Giancarlo Seri

Sergio Rosso Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente d'Italia

Conclusioni :

Prof. Giancarlo Seri

Sergio Rosso Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente d'Italia

VERSIONE IN LINGUA FRANCESE

De plus en plus souvent nous entendons parler d' "indigénes digitaux" et de celle que l'on appelle la "génération de l'ecran" (screen generation). Il n'est pas certainement pas possible d'espliquer le changement, qui est en train de se réealiser, en appliquant de pratiques etiquettes ou en faisant des classements rigides des humains. Celle de "nouveaux media" est peut etre une etiquette pratique, presque une tautologie, car chaque nouveauté est liéè a l'identité des media. Tout au long de son histoire l'homme a utilisé des istruments de médiation avec le monde, trasformant l'espace externe, et générant ainsi en retour, une transformation meme sur lui-meme et ce sans presque jamais éliminer les instruments qu'au moment il utilisait, mais plutòt, en agissant sur eux et en hybridant et accumulant.

La grande envergure de la révolutioin digitale a conduit de nombreux commentateurs des argoments technico-sociaux à assumer des attitudes et prendre des positions d'évocation millénaire don't les contours semblent obscurs. A partir des Années '90, aussi bien en Europe qu'aux Etats-Unis, on a vu naitre un débat enflammé sur les nouveaux media, debat qui présente des points de vue souvent divergents, opposés et antithétiques. D'un coté les "technophiles", ceux qui font l'apologie de l'ère digitale, les prophètes de l'espace cybernétique - optimists - défenseurs enthousiastes, gurus du nouveau Dasein. De l'autre cotè, les "technophobes", - pessimistes - détracteurs et catastrophiques, qui sont l'expression d'une position intellectuelle de derivation pseudo-ludique ou qui tend à dèborder vers un manichéisme technologique.

La journée d'études a pour but d'essayer de dépasser ce classement rigide: apocalyptiques et intégrés (pour utilizer une expression de Umberto Eco), ou encore technophobes et technophiles, afin de tracer les lignes des nouvelles expressions sociales et de reconnaissance humaine: comment la technologie partecipe à ce "re-enchantement" du monde, c'est-à-dire le retour des émotions dans un monde rationnel et aseptique. Cette contamination émotionelle se réalise (peut-etre) dans les "blog", les réseaux et sur internet.

C'est le destin de notre époque , avec sa caractéristique de rationaliser et intellectualiser, et sourtout, avec son désenchantement du monde, de voir que ce sont les valeurs ultimes et plus sublimes qui se sont éloigner de la sphere pubblique pur aller se réfugier dans le règne extra mondain de la vie mystique ou de la fraternité créée par des rapports immédiats entre individus singuliers

(Max Weber)

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